Dal Sig.r D. Paolo parimente mi è stato fatto ogni favore, di modo che le cose mie (e siane lodato Dio benedetto, che mi aiuta) caminano con tanta felicità, che non so che più desiderare. E perchè non ho più tempo, li bacio le mani, e li prego dal Cielo ogni bene.
Di Pisa, li 14 di Xmbre 613.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maOblig.mo Ser.re e Discepolo
D. Benedetto Castelli.
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DANIELLO ANTONINI a [GALILEO in Firenze].
Udine, 15 dicembre 1613.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 134. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Col.mo
Quando io mi pensava questa state di venirle a far riverenza et a godere delle sotilissime sue speculationi et dei soavissimi suoi discorsi, mi sopragionse un'infirmità, la quale con severa ostinatione m'ha tenuto lungamente oppresso, et finalmente, doppo quella, molti altri travagli m'hano non solo impedito fin hora questo dissegno, che con tanto mio gusto havrei effettuato, ma mi fano anco dubitare quando mai tal ventura mi possa accadere; tanto maggiormente, che pigliando la guerra d'Ongheria qualche forma, io son già in parola col Sig.r Conte di Bucquoi d'andarlo a servire. Tutta volta di questa molestia mi solleva non poco l'haver inteso che in mano del Conte Sforza di Porcia si trova un libro di V. S., quale è dalla sua gentilezza a me un pezzo fa inviato; et sebene esso Conte non me n'ha fatto ancora moto, procurarò in ogni modo d'haverlo, ringratiandola infinitamente della cortese memoria che tiene di me, assicurandola che lontano da lei non posso da cosa alcuna al mondo ricever gusto uguale a quello della lettura de' suoi discorsi.
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