963*.
GIO. ANTONIO MAGINI a GALILEO in Firenze.
Bologna, 1° gennaio 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., Nuovi Acquisti, n.° 13. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.re mio Oss.mo
Mi meraviglio che a quest'hora V. S. non habbia potuto ricuperare il libro ch'io stesso consignai al Morbiolo, dal quale hebbi il nome del suo rispondente in questo polizzino ch'hora le mando(1), che mi scordai all'hora in mano.
Del S.or Papazzone(2) me n'è incresciuto grandemente, sì come a tutta la città, ch'a punto questa mattina se ne ragionava nella casa del nuovo Gonfaloniero, che faceva l'entrata.
M'incresce grandemente che V. S. habbia dato nell'istesso male che afflige ancora me da tre anni in qua, delle reni et ardore d'orina; et doppo ch'io sono posto a regola di vivere, sto assai manco male. Bisogna che V. S. si guardi dal troppo moto, et massime da carrozza, et sopra tutto da vini grandi et dal coito, et cerchi di rimediarci quanto prima, non lo negligendo come feci io. Col qual fine le bacio le mani.
Di Bol.a, il p.o dell'anno presente 1614.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Aff.mo
Gio. Bat.a M[agini].
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.or mio Oss.moIl S.or Galileo Galilei, Math.co del Ser.mo G. Duca di Tosc.a
Firenze.
964*.
FEDERICO CESI a GALILEO in Firenze.
Roma, 3 gennaio 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 112. - Autografa.
Molt'Ill.re e molto Ecc.te Sig.r mio Oss.mo
L'ordinario passato scrissi a V. S. a lungo circa il negotio di Pisa(3): hora m'è parso inviarle certe conclusioni tenute qui al Colleggio, sì per essersi il disputante valuto delle pietre lucifere per impresa, com'anco per esser trascorso ad accompagnar le macchie solari et apparenze lunari, et insieme dichiararle parte più rare di quei lucenti corpi; al che s'aggiugne il compiacimento presosi in dar altro nome al telescopio, e qualch'altra galanteria.
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