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      Mi trovavo apunto haver contradetto al S.r Lagalla nel parelio, consentito nel rifiutar l'abbruciamenti, anzi cominciato a convertir il detto nelle comete, che pria teneva co' Peripatetici suoi; et havevo già, nelle mie contemplationi delle cose prodigiose e mirabili(20), disteso quello credevo di questi splendori e rossori, inalzando, a dispetto de' Peripatetici, sopra l'ombra della terra talvolta i vapori, ch'illustrandosi cagionassero simil spettacolo: tutto che hora mi vedo nella sua confirmato ad unguem dalla sua sentenza, e ne prendo non poco ardire e franchezza nel filosofare, veggendo haver in questo incontrato il vero, come mi rendo per lei sicuro, che non si ferma altrove che in quello.
      Esposi quanto V. S. mi scrisse al S.r Lagalla, et dopo gli ricapitai la sua, subito riceuta. In somma non haveva riceuta la prima: scrive l'inclusa(21), et è desideroso più che mai d'esser favorito da V. S. per il luogo che vaca. Io glie lo raccomando, perchè mi rendo sicuro se ne mostrarà degno e gratissimo. Mi farà gratia particolare favorircelo. Egli è gran pezzo che ha mostrato desiderio d'esser Linceo; ma io con i SS.ri compagni habbiamo lasciato correr avanti, perchè egli era troppo giurato Peripatetico, e per il libro che scrisse, che non sodisfece: con un poco di tempo, e massime ottenuto ch'havesse tal catedra, e trattato spesso disputando con V. S., sarebbe forsi preparato opportunamente all'ascrittione, che toccarebbe poi a suo tempo a V. S. a considerarlo. Io intanto restarò baciando a V. S. le mani con ogni affetto di core.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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