Nel personaggio che V. S. m'accenna, conobbi anch'io, trattando seco, che non havea puro l'affetto verso di lei, poichè, lodando li scoprimenti di V. S. e celebrandoli degni della protettion di tal Principe, soggiunse che non sapea poi se fossero cose da sussistere realmente. Io risposi quello mi parve a proposito, e confesso che non vi ho trattato più volentieri.
Quant'a libri(51), invero che è notabil danno de' studiosi che dormano così persi; e quelli ch'io desiderarei si traducessero, sono rarissimi, e sarebbono di non poco honore al Principe della cui libraria e sotto la cui protettione escono. La Camera qui pretende sopra detta libraria e stampe, et ha inventariato ogni cosa.
Quanto alli S.ri Antonini e Baliani, io sento con V. S.: aspettarò suo aviso, perchè possa conferir il tutto a' S.ri compagni, ch'altro non desiderano che soggetti di tale eminenza, acciò, inteso il tutto, si venga al'ascrizione.
Al S.r Lagalla ho detto il tutto: resta obligatissimo a V. S., et attenderà altra volta il suo favore(52), sperando non debba tardarne molto l'occasione.
Il Cremonino Celeste, overo il Cielo del Cremonino(53), pur gionse a Roma, et è poco ben visto da' superiori per que' suoi animali celesti o cieli animati. Io, ancorchè habbia pochissimo otio, pur lo vado tal volta leggendo, come V. S. mi accennò, gustando di sì bel cielo che i Peripatetici ci hanno fabricato; poichè io credo che deva distinguersi molto bene il peripatetico cielo dal reale, il rationale loro da quello che vediamo.
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