Salvando dunque l'acqua che verrà fuori del foro G, la peso poi diligentemente, e trovo quanto ella sia multiplice in peso all'aria che fu pesata nel vaso primo: la quale, per quanto mi ricordo, pesava circa 460 volte più; ma non me n'assicuro. Si può reiterar l'operazione molte volte, per venirne in certezza.
Torno a pregare V. S. che scusi il mio scriver alla laconica, perchè non posso diffondermi conforme al desiderio e debito. Mi comandi e conservimi la grazia sua e del Sig. Pinelli; e ad amendue bacio le mani, e gli prego da Dio felicità.
Di Firenze, li 12 di Marzo 1613(68).
Di V. S. molto I.
Ser.re Parat.moGalileo Galilei.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.re e Pad.n Cole.moIl S. Giambat.ta Baliani.
Genova.
984**.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Pisa, 12 marzo 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 2, car. 30. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
Finalmente ieri sera hebbi grazia di vedere sua Maestà, dico Giove, e vi si trovorono presenti diversi signori Genovesi, ne' quali caminò del pari il gusto e la meraviglia in vedere riscontrare tanto per l'apunto il tutto. Furno presenti alle dua prime osservazioni; e così, sicuri che il tutto dovesse caminare come V. S. prediceva, si partirono sodisfattissimi.
L'altezza di Giove e delle stelle fisse che io nomino, sono state prese da me con il quadrante del suo compasso, dalle quali poi ne ho cavate le ore dal tramontar del sole con la sfera agiustata a 43 gr. di elevazione di polo, supponendo che Giove sia intorno al 25 gr. della Libra con latitudine settentrionale di gr.
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Sig Dio Firenze Marzo Parat Galilei Ill Sig Pad Cole S. Giambat Baliani Firenze Ill Ecc Sig Oss Maestà Giove Genovesi Giove Giove Libra
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