Onde m'è parso accennarlo a V. S., acciò trovandosi tal fatiga fatta, o vero non essendole scommodo e parendole farla, possa arricchirne il libro, a nuova confusion delli invidiosi. Bisognarebbe però molto presto, acciò s'intagliasse et imprimesse a tempo, chè i librari s'incaminano di Maggio per la fiera autunnale.
Altro non le aggiugnerò, riserbandomi scriverle più a lungo con più tempo; se non che sono desiderosissimo d'intender nuova di V. S., e che mi comandi. N. Signore Dio la conservi.
Di Roma, li 12 d'Aprile 1614.
Di V. S. molto Ill.re et molto Ecc.teS.or Galileo Galilei.
Aff.mo per ser.la sempreF. Cesi Linc.o P.
Fuori: Al molto Ill.re et molto Ecc.te S.or mio Oss.moIl Sig.or Galileo Galilei L.o
Fiorenza.
996**.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Pisa, 16 aprile 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 2, car. 32. - Autografa.
Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.r mio,
Scrissi io a V. S. una lunga lettera del seguito tra me e l'Ecc.mo Sig.r Boscaglia(98) avanti a sua A., e come il tutto riuscì con molta mia riputazione ed avantaggio. Sopra di che di nuovo li torno a dire che la cosa è caminata tanto bene, che per sino le persone interressatissime ed affezionatissime del S.r Boscaglii si sono ridotte a dargli il torto; tra' quali è il Sig.r Alessandro Medici, quale si è ridotto perciò a pregare il Sig.r Enea(99), per degni rispetti, a voler far opera che la cosa non vada più avanti, poi che e' Principi stessi sono sodisfattissimi: e perciò il Sig.r Enea non ha voluto fare l'instanza a S. A., giudicando che non faccia bisogno e che sarebbe un disgustare quelli che restano sodisfatti del mio modo di trattare, sì come hanno a nausea le transcendenze di qualch'altro; e m'ha detto che S. A. medesima gode vedendo la mia modestia: e che io gradisca, ne ho continui segni dalli Ser.mi G. D. e Mad.a
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