Io tacqui, e restai con obligo a S. A. che non mi diede occasione di trattare con quell'animale.
Desidero saper nova della Colombeide. V. S. mi faccia grazia pregar da parte mia il Sig.r Niccolò Arrighetti o altro di cotesti miei padroni, quali tutti riverisco, che me ne diano raguaglio. E con questo facendo fine, li prego sanità.
Pisa, il 21 d'Aprile 614.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.maOblig.mo Ser.re e Dis.lo
D. Benedetto Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo e Mat.co di S. A.
Firenze.
S. Pancratio.
999*.
FEDERICO CESI a GALILEO in Firenze.
Roma, 26 aprile 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 153. - Autografa.
Molt'Ill.re e molto Ecc.te Sig.r mio Oss.mo
Il dolore ch'io sento della perdita del Sig.r Salviati(105) è tale, che più non si pò dire; e tutti i compagni, quali ho convocati hoggi per darlene parte, concorrono meco, non cessando di lagnarsene. Stimavamo et amavamo questo soggetto da dovero, et conoscevamo bene quanto il mondo ne ha carestia e quanto V. S. ci havea fatto gratia darcelo. Hora le faremo qui essequie, secondo il debito, pregando il Signor Dio per lui, e che ce ne conceda de simili personaggi e ce li lasci godere lungamente.
Quanto alle costitutioni(106), più in là si facessero, più sarebbe mirabile e commodo per i libri: però qual si voglia tempo che V. S. elegesse del futuro o altro anno, e anco terzo, sarebbe a proposito, che altrimente passano prima che i libri siano distribuiti, facendosi la prima distributione al'autunno venente, nella fiera.
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