Il Principe D. Francesco va ritornando da morte a vita, per estorsione manifesta delle orazioni, elemosine ed altre opere pie di queste AA., ed in particolare di Madama Ser.ma, quale veramente fa, per dir così, violenza a Dio benedetto. Si vede tutto questo popolo impiegato in devozioni, orazioni e processioni continue per la salute di questo Principe, con tanto segno d'affetto che non si può dir più. Se bene poco aiuto vi si vede humano, tuttavia quel poco si attribuisse al Scozzese(116), alias Coccamonna, del Sig.r D. Antonio, con sua grandissima riputazione e non poco scapito delli medici vulgari.
Ieri sera, con buona occasione, lodai alla tavola il valore del Sig.r Portoghese, medico di V. S., e se bene vi fu difficoltà d'alcuni, restò superata con i testimonii, che io chiamai, del Sig.r Enea Piccolomini, mio signore, e del Cav.r Gio. Cosmo Cesis. Qua non ho altro di novo; però finisco ed di scrivere, e séguito riverirla, e li bacio le mani. Mi faccia scrivere del suo stato nove sicure, acciò possa darle a S. A., perchè così m'ha imposto che spesso li ne dia nova.
Pisa, il 4 di Maggio 614.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.maOblig.mo Ser.re e Dis.lo
D. Benedetto Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.r mio Col.moIl Sig.r Gal.o Galilei, p.o Filosofo e Mat.co di S. A.
Firenze.
1003.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Pisa, 7 maggio 1614.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXX, n.° 4. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r et P.rn Col.mo
Mi ritrovo nelle mani i cinquecento scudi, e secondo che V. S. molto Ill.re et Ecc.ma mi commesse, ho procurato di inviarglieli.
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