Io mi ritrovo spesso alla tavola di. S. A., ed ho hauto occasione di ragionare molte volte; e per quanto dall'esterno si può comprendere, non solo il G. D., ma la Ser.ma Madama, mostrano gradire la mia servitù. Gli Sig.ri Ecc.mi D. Antonio e D. Paolo(123) si condogliono della ostinata indisposizione di V. S., e la salutano caramente. Io me li ricordo servitore obligatissimo al solito, e la suplico a comandarmi, facendoli riverenza.
Pisa, il 14 di Maggio 614.
Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.maOblig.mo ed Aff.mo Ser.re
D. Benedetto Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re ed Ecc.mo Sig.r mio Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, p.o Filosofo e Mat.co di S. A.
Firenze.
1007.
GALILEO a MICHELANGELO BUONARROTI in Firenze.
Firenze, 15 maggio 1614.
Galleria e Archivio Buonarroti In Firenze. Filza 48, Lett. G, car. 931. - Autografa.
Molto Ill.re S. mio,
Consegnai più giorni sono il libro(124) al Giunti, dandomi egli parola di cominciare a farlo stampare sino lunedì passato. Ieri mi rimandò il libro a casa a 20 hore, facendomi dire dal suo fattore che alle 21 sarebbe stato da me per parlarmi; ma non l'ho poi veduto, nè so immaginarmi che girandola sia questa. Però prego V. S., che passando da bottega sua quanto prima potrà, dissimulando la notizia di questo fatto, anzi entrando a domandar se ne è già stampata parte alcuna, vegga destramente di penetrar qual sia 'l suo pensiero, quali queste dilazioni e impedimenti, e d'onde derivino; e con sua comodità mi faccia intendere quanto ne ritrarrà: et in grazia mi scusi delle tante brighe.
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