Io me ne sto al solito, e più presto alquanto più grave da 3 giorni in qua, ma, in ogni stato, paratissimo a servir V. S. giusta la mia possibilità. E gli bacio le mani.
Di casa, li 15 di Maggio 1614.
Di V. S. molto I.
Ser.re Obblig.moGalileo Galilei.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.r Col.moIl S. Michelagnolo Buonarruoti.
In casa.
1008*.
FABIO COLONNA a GALILEO in Firenze.
Napoli, 16 maggio 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 160-161. - Autografa.
Molt'Ill.e Sig.r mio Oss.mo
Con grandissimo cordoglio ho inteso la morte del S.r(125) Salviati, che sia in Cielo, come speramo; et se può doler certo tutto il consesso Linceo di haver perduto persona di tal qualità, che sarà difficile trovar il contracambio. Nostro Signore doni salute et vita a quelli sono rimasti, et a V. S. anco ristauri, chè intendo sia stato anco indisposto, che non poco dispiace al commune, poichè fa danno a tutti il non poter V. S. attendere a' suoi studii tanto illustri; che certamente siamo obligati pregar per la sua salute et vita, acciò ci venga scoprendo sempre cose nove.
Scrissi a V. S(126) ringratiandola delli cristalli, quali per li mali tempi non ho possuto adoprarli a mio gusto, havendo interrottamente da quindici volte osservate le sue Pianete Medicee con grandissimo gusto, ma non perfetto, per non haver possuto vacare ad osservar per più hore li moti, acciò riconosca le stelle et particolar moto. Per hora non se riconosce se non una maggiore da me; et hier sera, che furono li 15 del presente, non potei veder se non tre di quelle, delle quali la più prossima a Giove era dilatata, a mio giudicio, fuori della latitudine del corpo di Giove, che altre volte non l'ho veduta troppo distaccata dalla compagna, che sta per l'eclittica.
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