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      Ho notato quattro giorni in questo foglio, come meglio ho saputo, desideroso de imparare et sapere che sia vero che la grandezza dell'ogetto proceda dalla pianezza maggiore della portione del circolo maggiore, che, per esser meno curva, fa cono luminoso maggiore, per la concomitanza de linee più prossime et dritte alla media perpendicolare, quasi come parallelle, il che ho osservato facciano li convessi di maggior circolo; et che però, facendo un vetro di maggior sfera, la portione farà sempre maggior l'obietto, tanto che possa crescersi quanto si voglia. Dubito dell'aria mezzana, che non impedisca; il che V. S. haverà forsi provato. Et desidero saper se V. S. n'ha fatto far vetri di maggior sfera, et si riescono, chè io teneria pensiero questa estate far una forma che facesse un telescopio più lungo assai, sperando quelle stelle che hora se veggono piccole, vederle doppie maggiori; et chi sa che scoprisse quel che non si vedesse per hora. In tanto se V. S. me favorirà di qualche calcolo fatto in tavole del mese venturo, uscirò di dubio, quando non si veggono tutte quattro le pianete, se sia per congiuntione o eclisse loro, o difetto mio o del cannone; chè per hora, non sapendo il lor corso, non mi sono accertato.
      Io la prego quanto posso a conservarsi sana et procurar la salute con tutto il suo sforzo, perchè così è obligato, et tanto più che la sua persona è tanto utile al mondo per la sua rara virtù, che certo dir si può tra noi fenice, cosa rarissima et unica, secondo la commune.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687