Nostro Signor Dio gli conceda la sanità et ogni contentezza secondo il suo desiderio.
Di Roma, li 14 di Giugno 1614.
Di V. S. molt'Ill.re e molto Ecc.teAff.mo per ser.la sempre
Fed.co Cesi Linc.o P.
1017*.
FRANCESCO STELLUTI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 14 giugno 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car, 166. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re et P.ron Oss.mo
Dal libretto(144) inviatomi da V. S., di cui buona parte ho visto, son venuto in cognitione che quel Simon Mario Todesco per novellamente dispiacere a V. S. habbia composto quel Mundus Iovialis(145); ma restarà chiarito ancor lui come il Capra, quale non so come di vergogna et confusione non morisse subbito per le gagliarde difese et risentimenti di V. S., nè so come havesse più faccia da farsi vedere. Et di poco giuditio, dico pochissimo, estimo il sudetto Todesco, mentre non gli serve per essempio la fine che hebbe il furto del Capra. Qua non sono per anco comparsi quei libri, sebene il Sig.r Principe l'ha messo in lista per haverlo; et subbito che qui capitaranno, gli ne mandarò uno, acciò veda il bel furto, chè per tale, senz'altra dichiaratione, sarà finhora da tutti creduto.
Tutti questi SS.ri Lincei, et particolarmente il S.r Principe, desiderano havere un ritratto del Sig.r Salviati b. m.; però se costì ci fusse qualche pittore che n'havesse copia, ci farà gratia avvisarlo, acciò possiamo procurarlo, overo dar ordine V. S. che ci sia procurato.
Mi è piaciuto sentire che la sua febre faccia pure alle volte qualche pausa, et presto aspetto sentire che l'habbia lasciata libbera.
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