S'è risoluto di stampare questo commento al Tasso prima che li ponga l'ultima mano, perchè ha pur inteso che V. S. ha commentato l'istesso poema(167), onde ha dubitato esser prevenuto nell'editione, e così da lei le fusse prerepta la gloria.
Horsù, per questa volta habbiamo cicalato abastanza: mi farà gratia, vedendo il S.r Ciampoli, racordarmeli devoto servitore, e dirle che sto pure aspettando che paghi certo debito, del quale, sin quando S. S. era in Padova, mi si rese, per cortesia sua, debitore. Mons.r Querenghi(168) sta bene, et è bramoso di saper cavelle di V. S., alla quale prego compita felicità, e le bacio le mani. Starò in Roma, credo, sino ad Ottobre, per servire ambedue le VV. SS.
Dalla detta città, il quinto di Luglio 1614.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galilei.
Ser.re Aff.moPaolo Gualdo.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.rIl Sig.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
1027**.
VINCENZO MIRABELLA a GALILEO [in Firenze].
Siracusa, 7 luglio 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 167. - Autografa.
Molto Ill.e Sig.r Oss.mo
Non m'essendo concesso di poter dimostrare con altro effetto di servitù il molto che devo a tutti SS.ri Lincei, e particolarmente a V. S., per aver principalmente concesso all'ammissione(169) della persona mia tra quell'ordine, vengo al meno a farlo con queste due righe di lettera, ringraziandola di tanta particolar e segnalata grazia gli è piacciuto di fare; la quale in vero quanto da me vien riconosciuta immeritata, tanto maggiormente viene altresì l'obligo a farsi maggiore.
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