Non però voglio dire che essa si affatichi tanto che non sparagni la sanità, chè saria troppo perdita senza avanzo: ma so che non deveno mancargli alumni e studiosi da sollevargli le molestie. Procuri donque restaurarsi in bona salute; et io prego il Signor Iddio a concederli colmo di felicità, b. le mani affettuosissimamente.
Di Roma, alli 11 Luglio 1614.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maServo Aff.mo in Christo
Ant.o Santini.
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo S.or Col.moIl Sig.or Galileo Galilei, in
Firenze.
1029.
FEDERICO CESI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 12 luglio 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 180-181. - Autografa.
Molt'Ill.re e molto Ecc.te Sig.r mio Oss.mo
Dalla sua gratissima mi vado persuadendo che le sue indisposizioni non le siano tanto moleste, ma che, stante anco il benefizio della stagione, vadano cessando. Piaccia a Dio che sia così, e che V. S. resti sana e noi consolati.
M'è caro grandemente che già habbia pienamente scoperta l'usurpazione del Mario(178), e voglia anco farla restar scoperta al mondo, come è necessario, e quanto prima. Circa il modo, ne discorremmo hieri pienamente li S.ri compagni che son qui et io(179), e piace più a tutti quello del scrivere a Keplero in forma d'epistola, come ad astronomo del'istessa Germania e ben informato, chè l'altro modo patisce qualche difficultà.
Le lettere e costitutioni si sono subito ricapitate, come V. S. ordinò, al P. Santini e S.r Colonna(180); e noi godiamo qui la nostra copia, e troviamo sempre giustissimo il tutto.
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