Me perdoni della confidenza di donar fastidio a V. S., sapendo che, essendo dottissimo nelle matematiche et amorevolissimo con tutti, non solo con me in superlativo, et che riuscendo cosa degna sarà l'honor et gloria certa di V. S., da chi ricevessi la gratia della regola et misura; chè così conviene che facessi, et così le prometto osservare et publicare al mondo, come già è di convenienza et obligo. Intanto prego V. S. a tenermi per suo affettionatissimo, et finendo le resto basciando le mani, pregando N. S. per la sua salute et longa vita.
Di Napoli, li 29 de Luglio 1614.
Di V. S. molt'Ill.e et Ecc.maAff.mo Ser.re
Fabio Colonna Linceo.
Fuori: Al molt'Ill.e et Ecc.mo Sig.r mio Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei, D. Filosofo et Matematico dell'Altezza Ser.ma di
Fiorenza.
1033.
LORENZO PIGNORIA a GALILEO in Firenze.
Padova, 1° agosto 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 169. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
La morte dell'immortale S.r Velsero è doluta tanto a me, ch'io non ho saputo contenermi di non darne qualche segno con la penna. Quant'io ho fatto(188), viene a farsi vedere a V. S., per dolersi insieme con essa della perdita ch'habbiamo fatto in commune d'homo sì grande. Il Signor Iddio doni a quella gloriosa anima luogo di riposo, et a V. S. et a gl'amici suoi termine di consolatione, chè certo il danno, che se n'è ricevuto, è di sua natura inconsolabile.
Bacio le mani a V. S., a nome ancora del S.r Sandelli.
Di Pad.a, il dì p.o d'Agosto 1614.
Di V. S. molt'Ill.re et Ecc.ma
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