Ho visto con particolar consolatione l'elogio sopra 'l S.r Velsero nostro(202), e deve lodarsi certo con raggione.
Vorrei sentire che V. S. stasse bene affatto, e veramente sarebbe hora hormai che tanto ha patito; godo tuttavia sentendo il miglioramento, e mi contentarei che durasse questo caldo, ancorchè noiosissimo, poichè è giovevole a V. S. Sarà ben necessario che si prepari a buon luogo e buonissima cura per il freddo che se ne verrà.
Non sarò hora più longo, ma ricordandomi desiderosissimo de' suoi commandamenti, mi restarò baciando a V. S. le mani di tutto core. N. S. Iddio le conceda ogni contento.
Di Roma, li 16 d'Agosto 1614.
Di V. S. molt'Ill.re e molto Ecc.teAff.mo per ser.la sempre
Fed.co Cesi Linc.o P.
Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re et molto Ecc.te S.r mio Oss.mo[Il] S.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
1040**.
VINCENZO MIRABELLA a [GALILEO in Firenze].
Siracusa, 19 agosto 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 194. - Autografa.
Molto Ill.e S.r mio P.ron Oss.mo
Molte cose giunte insieme mi rendono ardito di venir con questa a domandargli una grazia. La prima è l'affetto co 'l quale io vivo affezionato alla sua persona mediante le sue rare qualità e virtù, che non lascerei cosa al mondo di fare per suo servigio. Seconda è il ritrovarmi io (benchè indegnamente) onorato del nome di Linceo, il quale altresì V. S. possedendo, la fratellanza di sì degno ordine acresce e l'affetto e la servitù. Finalmente la gentilezza sua mi rende sicuro di assai maggior grazie, la quale per me sarebbe l'accertarmi ella con qualche suo comandamento di tenermi per uno de' suoi servitori.
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