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1054.
GIOVANNI CIAMPOLI a GALILEO in Firenze.
Roma, 8 novembre 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 180. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.re e P.ron mio Oss.mo
Perchè io non potei, avanti alla mia partenza, tornare a salutar V. S. Ecc.ma, vengo hora, subito dopo il mio arrivo, a ricordarle la mia affettuosissima servitù e darle nuova di me.
Il viaggio non è stato totalmente avverso, havendo hauto pioggia una mattina solamente su la montagna di Viterbo: è ben vero che ella ci affrontò con sì terribile accompagnatura di grandine, vento, tuoni e baleni, che ne havemmo la parte nostra; e ben che il cielo si rasserenassi, pe' fiumi e per le pianure havemmo che travagliar fino a Roma. Per gratia di Dio sono arrivato salvo, et anco robusto. Sono dal nostro S.r Chellino, che fa reverenza a V. S. Haviamo casa su 'l Tevere, nella Lungara, tal che la finestra della mia camera mi scopre molto nobile prospettiva su la riviera del fiume; e se ben molto inferiore, pur mi fa sovvenire di quella del Canal Grande in Venetia. Non ho per ancora lasciato rivedermi: desidero, come ella sa, andar a far reverenza all'Ecc.mo S.r Principe Cesis; ma però la supplico ad honorarmi d'introduttione con una sua lettera, la quale starò attendendo. E con questo, facendo a V. S. Ecc.ma humilissima reverenza, le prego da Dio col più intimo affetto del cuore, per gloria di cotesta patria e per publico benefitio delle lettere, lunga e felice vita.
Di Roma, il dì 8 di 9mbre 1614.
Di V. S. Ecc.maS.r Galil.o Fir.
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