Devot.mo et Obblig.mo Ser.rGio. Ciampoli.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo S.re e P.ron mio Oss.oIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
1055**.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Pisa, 12 novembre 1614.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 182. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Oss.mo
Mando a V. S. molto Ill.re et Ecc.ma ducente e ventisei piastre, restante della provisione che ho riceuta in nome di V. S. dalla Dogana: una piastra ho data al bidello; all'altra paga s'incontrarà quel poco di resto.
Quanto a quello che V. S. mi scrive di Mons.r Sommaia, deve sapere che egli scrive(214) così, di non haver hauto occasione di servir V. S., perchè questa spedizione è stata fatta in nome del Proveditor morto(215), dove S. S.ria Rev.ma non ha che fare.
Ho cominciato a leggere al S.r Francesco Usimbardi con mio grandissimo gusto, perchè mi son incontrato in un ingegno vivacissimo e docile e di tutto garbo. Hoggi son stato favorito alla lezzione dal S.r Galesio(216), vecchio molto honorato, e da Mons.r Proveditor. Il S.r Galesio, alla colonna, per honorarmi, havendo io trattato del modo d'argomentare secondo la permutata proporzione, mi disse che ancora Aristotile ne haveva parlato in un tale capitolo, dicendo: 4 a 8 è come 16 a 32; adunque, permutando, 4 a 16 è come 8 a 32; et io li soggiunsi che si era servito del medesimo modo ancora nell'Anima, con artificio meraviglioso concludendo che essendo l'intelletto all'intelligibile come il senso al sensibile, permutando, l'intelletto al senso era come l'intelligibile al sensibile: la qual cosa piaccque in colmo a S. S. Ecc.ma; e così, offerendo io la pers[ona] mia alla sua nella medesima proporzione che era la matematica alla filosofia, gli restai servitore.
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Obblig Ser Ill Ecc Oss Galileo Galilei Firenze Ill Ecc Sig Oss Ill Ecc Dogana Mons Sommaia Proveditor Rev Francesco Usimbardi Galesio Mons Proveditor Galesio Aristotile Anima S. Ecc
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