Quel trattato delle cose che nuotano sopra l'acque, non l'ho potuto trovare; gliene mando però uno che si può dire che sia come un compendio di quello, d'un Giovanni de' Bardi(220), stampato questi giorni pur qui in Roma, donatomi dal P. Gambergerio, il quale è molto affettionato a V. S., e ne parla con tanti encomii che più certo non si può dire. M'ha detto che a quest'hora in Golstadio sarà stampato un trattato del sole di Apelle(221), il quale finalmente s'è smascarato, mettendovi il suo proprio nome, essendo un Gesuita.
V. S. intende il desiderio del detto S.r Nicolò: però se, oltre il Noncio Sidereo e le Lettere al S.r Velsero, ella ha dato fuori altro, mi farà gratia mettermi su la strada di trovare ogni cosa(222), acciò possi servire il detto Signore, che, come ella sa, merita molto.
Non so se le sia venuto alle mani un elogio del nostro S.r Lorenzo Pignoria in lode del Velsero(223), il quale è stato commendato molto e qui e in Germania et in Francia: gliene invio uno, che se più non l'haverà veduto, so che le sarà caro.
Io starò quest'inverno a Roma per servirla. Habbiamo qui il S.r Ciampoli, vestito in habito presbiterale; et il nostro Mons.r Querengo sta benissimo, allegro al solito, honorato ultimamente da S. Santità dell'habito pavonazzo, come suo prelato domestico. Horsù, attendi V. S. a conservarsi, e si racordi ch'io le son gran servitore. Continui ad amarmi et a commandarmi dove mi conosce buono. Dio la feliciti, e le bacio le mani.
Di Roma, alli 20 di Nov. 1614.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
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