Quod dicis de ephemeridibus Galilei, nil sane audivi: puto autem quod, si quid novi erit, ipse Galileus mihi scribet....
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FEDERICO CESI a [GALILEO in Firenze].
[Acquasparta, dicembre 1614 - gennaio 1615.]
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car. 111. - Autografa.
Molt'Ill.re e molto Ecc.te Sig. mio Oss.mo
Dopo alcune digressioni di piccoli viaggi(255) me ne son venuto a trattenermi un poco in Acquasparta, sì per sodisfattione di questi miei sudditi, come anco per fuggir alquanto le distrattioni Romane e goder di filosofico e salubre diporto. Qui m'è giunta la sua gratissima, e m'ha recato non poco dolore intendere nuova malattia ove bramo sentire sanità; e li travagli et inquietudini di mente che le danno fastidio, creda pure che affliggono me anco in un istesso tempo, poichè vorrei vederla e sana e quieta e colma d'ogni felicità. Pregarò N. S. Dio che, conforme al suo e mio desiderio, glie la conceda, e V. S. che, conoscendo ch'in qualche cosa io possa servirla, mi commandi, chè me ne farà gratia particolarissima, e non cessi di farmi haver nova di sè spesso.
Fu concluso dal S.r Stelluti, nostro commune procuratore, partito con un libraro(256) [che] pigliasse sopra di sè i libri che si stampavano dalla nostra filosofica compagnia, acciò, a publico utile de' studiosi, caminassero e fussero trasportati e distribuiti per tutto, che altrimente ne dormiva la maggior parte. Questo pigliò sopra di sè i libri delle macchie del sole, e credo almeno n'habbia ancora quasi un migliaro da dar via, e se n'è andato a negotiar in Venetia.
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