D. Benedetto Castelli.
Verte(277).
Perchè già era partito il Sig.r Ottavio, ho riaperta la lettera et aggiontovi la seguente constitutione:
[vedi figura 1072b.gif]
Di più do nova a V. S. che il disordine delli soprascritti Sig.ri Genovesi s'è accomodato in tutto, per opera e prudenza di Mons.r Rev.mo Sommaia, nè ci voleva manco. Questo Signore mostra di conoscere le mie fatiche, e mi si mostra affezionatissimo: però quando V. S. con qualche bella occasione li facessi sapere che io mi lodo di S. Sig.ria Rev.ma, credo mi sarebbe gran vantaggio. Faccia lei: e non occorrendomi altro, finisco, e li bacio le mani.
Pisa, il 14 di Gen.o 1615.
Di V. S. molto Ill.reSer.r di cuore et Oblig.mo
D. Benedetto Castelli.
Fuori: [....]mo Sig.r mio Col.moIl [....]i, p.o Fil.o di S. A.
Firenze.
1073**.
NICCOLÒ TASSI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 17 gennaio 1615.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 195. - Autografa.
Molt'Ill.re Sig.r mio Oss.mo
La vicinanza che tengo di stanze al Sig.r Horazio Gentileschi è stata cagione che ho havuta fortuna di prendere domestichezza con lui; donde son stato fatto degno d'esser ammesso a poter vedere le sue opere maravigliose, tra le quali è la Cleopatra, che egli ultimamente ha mandato a S. A. Io, in segno d'animo grato a tanta cortesia, ho fatto l'aggiunto Epigramma(278), non havendo stimato esser buon termine il tacere, mentr'ogn'uno ragiona(279) e celebra la bellezza di quel quadro. E perchè V. S. s'è degnata di prenderne, insieme con l'autore, particolar protettione, ho stimato parimente che non le sia per esser discaro il sentirne lodi, benchè incomposte; e si degnerà di perdonarmi se ho preso ardimento d'inviarle a lei medesima, con la quale non ho alcun merito se non di devotione verso la persona et incomparabil suo valore.
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