Sichè, essendo stato nel colmo del caldo dell'estate fino a gradi 360, si vede che il sale congionto con la neve accresse il fredo per quanto importa un terzo della differenza tra l'ecesivo caldo dell'estate et l'ecesivo fredo del verno; cosa tanto maravigliosa, che io non ne so apportare immaginabile cagione. Intenderei volentieri da V. S. Ecc.ma il parer suo, et ancora quello che ella ha veduto in prattica del fredo cagionato dal salnitro, perchè, se bene io ne ho sentito a dir molte ciancie, tuttavia in effetto non ho mai veduto niente.
Il mandare costì istrumenti aposta, acciò ella potesse vederne l'esperienza, credo sarebbe cosa difficile, e che potesse forse reuscire più facile il fabricarne costì: tuttavia se da lei mi sarà accenato il suo desiderio, la servirò a suo gusto. Et per fine li baccio la mano.
In Venetia, a 7 Febraro 1615.
Di V. S. Ecc.maTutto suo
G. F. Sag.
Mi perdoni: non ho tempo di riveder queste.
Fuori: Al molto Ill.re S.r Osser.moL'Ecc.mo S.r Galileo Galilei.
Firenze.
1079*.
[NICCOLÒ LORINI] a PAOLO SFONDRATI in Roma.
[Firenze, 7 febbraio 1615].
Cfr. Vol. XIX, pag. 297 [Edizione Nazionale], Doc. XXIV, b, 2, (alfa).
1080.
SANTORRE SANTORIO a [GALILEO in Firenze].
Venezia, 9 febbraio 1615.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX, car, 239-240. - Autografe le lin. 48-50 [Edizione Nazionale].
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio,
Dia la colpa V. S. molto Ill.re et Ecc.ma al libraro di non haver havuta prima che hora la presente mia fatica, che si scordò di mandarglila con un'altra mia sopracoperta.
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