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      Per conservar o ridur un corpo convalescente al buon stato, non è possibile saperlo senza queste osservationi.
      Li medici de' nostri tempi, che conchiudono di non far cosa alcuna al convalescente, procedono prudentissimamente, perchè è cosa da savio il non far quello che non si sa, perchè saria un inganar il patiente, il che è provato nel 2° afforismo della prima settione, et replicato nel 74° della terza, che serve al proposito ch'io voglio inferire; perchè se il medico non sa di giorno in giorno quanto il patiente transpira, et quando più et quando meno, senz'altro si rende vana la sua arte, come si ha provato nelli sopradetti afforismi. Dico quando più et quando meno; perchè non è lecito dar medicamento purgante o alterante, o il cibo quotidiano, nell'hora della maggior transpiratione, ma solo doppo essa, il che è ben insegnato nel 56° et altri della prima settione. Onde restano inganati queli che credono a quel medico che dirà: Mangia questo o quell'altro cibo, o Bevi questo o quell'altro licore, in questa mesura, a questa o altr'hora, non sapendo di giorno in giorno quando et quanto il corpo transpira, et a che hora sia fatta la resolutione del precedente cibo; il che solo da questa statica si può sapere: dico solo, perchè è impossibile a pieno certificarsi per via de' polsi et per gli escrementi sensibili.
      Ma io non tedierò più V. S. Ecc.ma, perchè lei col suo mirabile ingegno, et con l'esperienza che farà in detta mia fatica, scoprirà gl'arcani suoi, da me anco communicati a tutti questi miei Signori suoi amici, come Mula, Sagredo, Barozzi(298), Maestro Paulo et altri, osservati per spatio di 25 anni in più di diecimilla soggetti, tra' quali(299) è anco V. S. molto Ill.re et Ecc.ma Et le baccio le mani.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





Mangia Bevi S. Ecc Mula Sagredo Barozzi Maestro Paulo Ill Ecc