Da V.a, alli 9 Febraro 1615.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maAff.mo per ser.la
Santorio Santorii.
1081.
GALILEO a PIERO DINI [in Roma].
Firenze, 16 febbraio 1615.
Cfr. Vol. V. pag. 291-296 [Edizione Nazionale].
1082**.
PAOLO GUALDO a GALILEO in Firenze.
Roma, 18 febbraio 1615.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. IX. car. 241. - Autografa.
Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
Scrissi già molti giorni a V. S., dandole conto della ricevuta del libro delle cose che stanno sopra l'acque, per inviare al S.r Nicolò Francese Monsieur de Peiresc, qual le inviai subito, insieme con altri libri(300); dal quale sin hora non ho risposta alcuna che gli habbia ricevuti. Ho havuto ben doppo sue lettere(301), nelle quali mi scrive ch'io bacia le mani a V. S. a suo nome, e poi mi soggiunge queste parole:
Starò con impatienza grande aspettando il nome di quel finto Apelle, che fece quei ragionamenti con 'l S.r Velsero, e d'intendere parimente qualche nuova osservatione fatta dal detto S.r Galilei. Havevimo veduto et osservato la Venere falcata avanti che fussero stampati i libri suoi e del Cheplero, e molte altre curiosità celesti, anzi il moto intiero de' Pianeti Medicei; ma havendoci noi riconosciuta qualche irregolarità, che ricercava maggior assiduità e continuatione in osservare che non permetteva la professione che facciamo, bisognò lasciar ogni cosa. Se havessimo la continuatione delle osservationi fatte da S. S. doppo l'edittione del suo Nuntio Sidereo, e che le potessimo conferire con quelle di queste bande, forsi che non le sarebbe inutile.
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