Di gratia, li lasci gracchiare, chè poi ci sarà tempo; e mi faccia saper nova di sè, che ne sto ansiosissimo, nè s'affatighi lei, ma facciami scrivere.
Scusi li miei moti et travagliose occupationi anco con il S.r Pandolfini, alla cui cortesissima risponderò subito che possa respirare. Intanto ho inviate le altre a' S.ri compagni(316), notando la sua molta cortesia.
Mando a V. S., per il procaccio partito questa mattina, un invoglio in carta, nel quale sono le stanze(317) et un libro uscito in luce hora a punto, cioè una lettera d'un Padre Carmelitano, che difende l'opinion di Copernico salvando tutti i luoghi della Scrittura(318); opra certo che non poteva venir fuori in miglior tempo, se però l'accrescer rabbia alli avversari non sia per nocere, il che non credo. Lo scrittore reputa per Copernicei tutti i S.ri compagni, ancorchè ciò non sia, professandosi solo communemente libertà di filosofare in naturalibus. Hora predica in Roma. Io trattarò con Mons.r Dini e con questo e con il P. Torquato de Cuppis, Gesuita, nobile Romano, che è del'istesso senso, e con altri; et ho pensato a buoni motivi, e credo non si correrà a furia, e saremo a tempo, et io farò il possibile: e V. S. mi creda che, in questa et in ogni altra occasione, mi è a core il servirla ferventemente, come devo. Sarà molto a proposito e mia sodisfattione particolare, ch'io habbia la lettera che V. S. mi avisa haver scritta in proposito(319), e la sto aspettando con desiderio, e se altra scrittura le par a proposito.
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