Che è quanto per hora posso dirle: e senza più le bacio le mani, pregandole dal Signore Iddio quanto desidera.
Di Roma, li 7 di Marzo 1615.
Di V. S. molt'Ill.eSer. Aff.mo
P. Dini.
Fuori: Al molto Ill.re S.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
1091*.
LELIO MARZARI a GIO. GARSIA MILLINI [in Roma].
Pisa, 7 marzo 1615.
Cfr. Vol. XIX, pag. 306 [Edizione Nazionale], Doc. XXIV, b, 5).
1092*.
FRANCESCO BONCIANI a GIO. GARSIA MILLINI [in Roma].
Pisa, 8 marzo 1615.
Cfr. Vol. XIX, pag. 306 [Edizione Nazionale], Doc. XXIV, b, 5).
1093.
GALILEO ad ANDREA CIOLI in Firenze.
Firenze, 10 marzo 1615.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. V, car. 50. - Autografa.
Molto Ill.re Sig.r mio Col.mo
Sono circa 16 mesi che questo Ottavio Pisani mi scrisse d'Anversa(327) che harebbe voluto dedicar al S. G. D. nostro Signore un suo libro attenente ad alcune operazioni astronomiche, desiderando di dedicarlo più a S. A. che ad altro Principe, perchè in esso trattava de' nuovi Pianeti Medicei; e però mi pregava che io vedessi d'havere il placet da S. A. Così feci, e l'hebbi. Di lì a 6 mesi incirca venne l'opera stampata, et inviata a S. A. insieme con una lettera(328), et l'una e l'altro presentai al G. D.: e perchè il libro haveva patito assai per il viaggio, mediante le piogge, et è in fogli grandissimi, mi fu comandato da S. A. che io lo facessi raccomodare; però di suo ordine lo detti a quel legatore Romano che serve al Palazzo, acciò lo sciogliesse, asciugasse e diligentemente lo rilegasse, e così fece: e perchè io allora ero molto indisposto, gli dissi che lui medesimo lo riconsegnasse al G. D., e così mi par ricordarmi che lui mi dicesse d'haver fatto.
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