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      Io non potetti far altro, vinto da tanta benignità, che rispondere che la mia volontà era prontissima a' cenni di S. S.ria Ill.ma, e che mi restava solo accomodarmi l'intelletto con le ragioni, il che io poteva sperare dal profondo sapere e saldo discorso di S. S. Ill.ma; e così con una ragione sola, tralasciandone molte, quasi mi tirò dalla sua, la somma della quale fu questa, che essendo ogni creatura stata fatta in servitio dell'huomo, per necessaria conseguenza restava in chiaro che la terra non si puoteva muovere come le stelle: e se qui io havessi hauto sentimento tanto capace di potere apprendere questa dependenza, forsi mi sarei mutato d'opinione; onde fu necessario a Monsignore replicare che queste opinioni erano scioccherie e mere pazzie, e che questa era stata la rovina di V. S., e che egli gli ne aveva dato salutifero aviso, e che l'haveva convinta: anzi disse di più (riscaldandosi veramente d'affetto), che era pronto a far conoscere e a V. S. e a S. A. S.ma e a tutto il mondo, che queste sono tutte frascherie e che meritano essere dannate. Poi mi pregò che di gratia li facessi vedere quella lettera(331) che V. S. mi scrisse; e dicendogli io che non ne havevo copia, mi pregò a farne instantia a V. S., come fo con questa, pregandola ancora a dar l'ultima mano alla scrittura(332), la quale copiaremo qua subito se V. S. comandarà così, e forsi questo Illustrissimo potria quietarsi. Io dico forsi, non che ve l'accerti(333).
      Monsig.r Sommaia li bacia le mani, et io me li ricordo servitore al solito.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





Ill S. Ill Monsignore Illustrissimo Sommaia