Il Sig.r Giorgio(359) ancora li bacia le mani, et è entrato in un ardente desiderio di conoscerla di presenza. Io li faccio riverenza, ricordandomeli servitore obligatissimo.
Pisa, il 25 di Marzo 1615.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maOblig.mo Ser.re e Dis.lo
D. Benedetto Castelli.
Non fo altra scusa del non mandargli osservazioni, poichè le nugole la fanno per me: forsi questa sera, se si mantiene il tempo, osserverò.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Col.moIl S.r Galileo Galilei, p.o Fil.o di S. A.
Firenze.
1102*.
PIERO DINI a GALILEO in Firenze.
Roma, 27 marzo 1615.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 215. - Autografa.
Molto Ill.re S.r mio Oss.mo
Non scrissi a V. S. della passata, perchè ritrovandosi meco il Sig.r Ciampoli dall'Ill.mo Del Monte, a lui, come a miglior dicitore, ne lasciai la cura, sforzato ancora da qualche negotio che mi soprafaceva; e già V. S. ne deve essere informata dalla ricevuta delle sue lettere(360): e non havendo cosa da vantaggio, gli accuso questa sua ultima(361), con la quale farò scoperta dell'animo, e capitale del consiglio, dell'Ill.mo Bellarmino, al quale son per mostrarla, con promessa però che non ne pigli copia se prima non mi harà favorito di risposta del senso che ha S. S. Ill.ma intorno a queste cose, perchè non vorrei che, in caso che non piacesse che lei interpretasse, altri poi se ne facesse honore in questa o altra occasione. Et io non mancherò in ogni tempo, con tutti quei personaggi che andrò a servire, di tener ricordato il merito e la bontà di V. S., alla quale non mando il trattato del P. Carmelitano perchè intendo esserli stato mandato(362); e l'autore è qua predicante, e s'offerisce con prontezza a disputarne con chi bisogni.
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