Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio,
Mando il libro(369) e la lettera di V. S.(370)
Quanto alla lettera, è stata vista, senza uscirmi però di mano, da diversi nostri ordinis, a' quali è piacciuta in colmo. La lessi a Monsig.r Ill.mo, essendovi presenti diversi Sig.ri canonici. Da S. S.ria Ill.ma fu lodata con maestà e decoro; dico, con poche parole e asciutte: da quelli altri Signori fu approvata la maniera del dire, il bel modo di trattare, la sottigliezza della interpretatione, e sopra ogni cosa la modestia e riverenza con che V. S. tratta della Sacra Scrittura. Io credo che Mons.re Arcivescovo, dall'haver visto che finalmente il frate teologo ha stampato, e con solennità grande di Crocifissi e di Santi(371), in difesa di questa opinione, sia restato attonito più per questo che per le ragioni, come quello che forsi non si credeva che ciò potesse essere. Basta: S. S.ria Ill.ma non dice più che siano scioccherie, ma hora comincia a dire che Copernico fu veramente un grand'huomo e un grand'ingegno.
Quanto poi alla Lettera del frate Carmelitano, io l'ho letta con mio grandissimo gusto, e mi è parso bello il modo che tiene di considerare questa materia, evacuando, si può dire, tutta questa questione; ma haverei voluto che fosse più informato delle cose di V. S. Ecc.ma, perchè quella Venere tricorporea e quel Giove quadricorporeo non l'intendo. Vero è che questo non importa alla principal causa che si tratta: tuttavia è un intricar le cose belle. In oltre parmi che resti ancora grandissimo campo per le considerationi di V. S., molto più elevate e più vere e più, in conseguenza, conformi alla Sacra Lettera.
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