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      Ma perchè queste due mie cautelle non possono servire communemente anco a gl'istrumenti che havessero la canella molto grossa, che certamente sono i più perfetti, le ho dismesse(380), come sottilità imperfette, e tanto più che veramente, per l'esperienza fatta da me, come forse in altre mie le scriverò più distintamente, non trovo che sia la differenza troppo grande; onde, se ben ho havuto animo di usare l'altra cautella scrittami da V. S. Ecc.ma, di andar diminuendo i gradi più alti, tuttavia non mi sono mai posto all'impresa, perchè veramente non ho saputo speculare la regula per theorica: onde se V. S. Ecc.ma me ne darà qualche lume, lo riceverò a molta gratia.
      Li milgiori et più perfetti stromenti che ho fatti, sono stati con una canella grossa un dito, voglio dire nella parte del vano di dentro, in capo alla quale, alla fornace di Murano, ho fatto soffiare un vaso di tenuta di tre o quattro bichieri, adopperando poi detto stromento nella maniera che V. S. Ecc.ma scrive. Di questa maniera io me ne trovo tre di grandezze diverse, che già quasi tre anni lavorano con tanta proportione tra di loro, che è meraviglia. Questi sono stati osservati da me, per un anno in circa, una, 2, 3, 4, 5, 6, fin otto volte il giorno, con tanta corrispondenza, che havendo io dalle osservationi sudette cavata una tariffa delle corrispondenze et equationi tra loro, ho prima veduto che assolutamente caminano con la medesima proportione tanto nel sommo caldo quanto nel sommo fredo; sì che ogni volta che ne guardo uno, con la tariffa indovino il grado de gl'altri due, ma però con la variatione qualche volta di due over tre gradi, poco più poco meno.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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