Se V. S. ha constitutioni future in ordine, me le mandi, perchè le osservarò con diligenza: in tanto questa sera non credo si potrà osservare per le nugole.
Haverei a caro che V. S., con suo comodo, s'abboccasse con il S.r Lorenzo Usimbardi, col quale entrando in ragionamento di me, vedesse di ridurli in mente di trattare con Mad.a Ser.ma d'impiegarmi questa estate nel servitio del Principe D. Lorenzo(400), come S. S.ria mi disse di voler fare. Però in tutto mi rimetto alla prudenza di V. S., alla quale per fine bacio le mani da parte del S.r Giorgio(401) e li prego dal Cielo ogni bene.
Pisa, il 13 di Maggio 1615.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maOblig.mo Ser.re e Dis.lo
D. Benedetto Castelli.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Col.moIl S.r Galileo Galilei, p.o Filosofo di S. A. S.
con un sacchetto di danari.
Firenze.
1121*.
FEDERICO CESI a GALILEO in Firenze.
Roma, 15 maggio 1615.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. VII, car. 229-230. - Autografa.
Molt'Ill.re e molto Ecc.te Sig.r mio Oss.mo
La prima lettera che V. S., con l'alligata per il Padre(402), mi scrisse questi giorni passati, mi capitò finalmente; et essendo il detto partito per la sua provincia, già li ho inviate le sue.
Mi dolo che non sento che V. S. stia affatto bene, cruciandomi delle sue così lunghe e ostinate indispositioni: la stagione hora è buona, e spero certamente sia per rihaversi affatto, mentre eseguisca quanto mi scrive, di ritirarsi fuori e riposarsi sino che stia bene, alienato totalmente da ogni fatiga et inquietudine.
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