Di Roma, li 16 di Maggio 1615.
Di V. S. molt'Ill.eS.r Galileo.
Ser. Aff.moP. Dini.
Fuori: Al molto Ill.re S.r mio Oss.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
1123**.
BENEDETTO CASTELLI a GALILEO in Firenze.
Pisa, 20 maggio 1615.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. III, T. VII, 2, car. 46. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
Feci l'osservatione delli 13 del corrente, nella quale vedendoli tutti quattro assai lontani da Giove, mi fece passar il desiderio di replicar l'osservatione, come ho fatto gli altri giorni, massime dove vedevo qualche cosa di bello. Notai bene, e mi parse strano, nella costitutione delli 13 il lontanissimo Pianeta Mediceo occidentale, che mi parse lontano quasi tre(408) volte più dell'altro pur occidentale, e questo mi pareva dal centro undeci semidiametri di Giove. Per tanto V. S. Ecc.ma potrà farvi sopra quella consideratione che li parrà oportuna; et io, hora che sarà lontanissimo orientale, non mancarò farvi diligenza. L'hore le piglio precisamente dal tramontare.
[vedi figura 1123a.gif][vedi figura 1123b.gif]
Questo è quanto li posso scrivere intorno le osservationi, fatte, si può dire, a dispetto delle nugole, con aspettar Giove tra una nugola e l'altra: però se non fossero così essatte, mi scusi. Deve poi sapere V. S. che l'Ill.mo Sig.r Giorgio Giorgi, eletto già Rettore di questo Studio con applauso universale, ha accettato il carico, onde io mi ritrovo occupatissimo. S. Sig.ria Ill.ma bacia le mani a V. S. E.ma, et io me li ricordo servitore al solito.
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