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      Mi scrisse V. S. Ecc.ma di quel suo giovane che le scriveva le sue lettere: hora le dico in risposta, che noi habbiamo bisogno di un fattore per montagna, il quale attendesse a' nostri negotii sotto la disciplina et obedienza di un altro nostro fattore. In questo ministerio habbiamo bisogno di persona che habbia l'animo suo interessato nel nostro servitio, et attendi con amore et assiduità alle cose nostre; che sia leale et habbia fedel cura delle robbe nostre, che saranno maneggiate da lui. Ci sarà caro che sappia tenir scrittura doppia, o almeno sia atto ad impararla, assiduo et diligente in tenirla. So di haverli altre volte scritto, che quando habbiam havuto bisogno di cosifatti soggetti et siamo ricorsi agli amici perchè ci trovino alcuno, questi, conoscendo che quelli che ci servono sono prontamente pagati et ben trattati, hanno subito applicato il loro pensiero a trovare alcun amico suo per beneficiarlo, come appunto se havessero havuto da dar via un'abbatia o una comenda, nè mai habbiamo trovato alcuno che abbia pigliata cura per ritrovare persona che ci potesse ben servire. Io perciò scrivo a V. S. Ecc.ma, che intende bene il vero termine dell'amicitia et che è mio cordiale amico, acciò ella, guidata dal desiderio che ella tiene della buona riuscita de' miei negotii et della mia sodisfattione, vedi se il soggetto raccordatomi da lei potesse, sapesse et volesse, ben servirci con avantaggio delle cose nostre, o se si trovasse costì altri soficiente per questo servitio; et sicome io li do parola che possi promettere a chi venisse a servirci che troveranno buoni patroni, così desidererei che ella potesse prometterci che saremo fedelmente et con diligenza serviti.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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