S'aggiunge ancora che da' suoi bravi fosse fatta una scandalosa insolenza ad un parente di detto gentilhuomo, che andava per viaggio con molti denari, di che essendosi fatta condoglienza, non s'è veduto nessuna dimostratione contro gl'insolenti, sotto scuse ridicole che non fosse conosciuto per parente di esso gentil'huomo: di che (parlerò di me solo) io sono rimasto così mal edificato, che sicome nel primo caso non ho potuto prender sodisfattione della prudenza e tanto meno dell'affetto suo verso questo gentil'huomo, così nel secondo son venuto in opinione che non faccia punto di conto dell'amicitia sua. Sì che, tornando al proposito nostro, per mio consiglio dovrà l'amico sperare poco di ritornare nel primiero carico, ancorchè per debbito di buona creanza riceverà buone parole e trattamento honorevole.
Scriverò a Padova per trattare col S.r Cremonino(426), l'amicitia del quale di buona voglia io rinoncierò, purchè faccia il debbito pagamento a V. S., alla quale baccio la mano.
In V.a, a 4 Luglio 1615.
Di V. S. Ecc.maTutto suo
G. F. Sag.
Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re S.r Oss.moL'Ecc.mo S.r Galileo Galilei.
Firenze.
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Il giovane che si desidera per il servitio di Cadore doveria haver queste qualità: principalmente, che fosse persona trattabile, che sapesse con destrezza et avvertenza trattar con persone povere, et che non si sdegnasse di somministrar a quelle il loro vito, che è pane, vino, farine e formaggio, ad uso de' boschieri; che sapesse tener buon conto, e per interesse nostro e per interesse suo ancora, perchè potesse render buona ragione di quanto gli fosse stato consignato et havesse dato fuori.
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