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      Da questa indigesta faragine di ciancie credo che ella comprendi in uno stesso tempo il desiderio ch'io tengo di incontrar in persona che sia atta a servirmi discrettamente et sappia incontrar il mio gusto, et il timor grandissimo che ho di dar in alcuno che, col portarmi via cosa di momento, oltre il danno nella robba, mi apporti anco detrimento nella riputatione, havendo fidato in persona sconosciuta et forastiera le cose mie; chè quanto all'insolenza o poca voglia di servire, con licentiarlo si rimediarebbe al bisogno. Rimetto perciò questo negotio, che molto mi preme, nelle mani di V. S. Ecc.ma, aspettando subita rissolutione.
      Oggi ho havuto lettere di Cadore da M. Camillo(442), il quale mostra haver gran desiderio di servirci et darci ogni maggior sodisfattione; il che mi è piacciuto assai, perchè pareva che gli ministri c'habbiamo in quel luogo ci havessero fatto capitar gentilmente alle orecchie che egli era troppo delicato, che l'asprezza del luogo non gl'haverebbe conferito, sicome la qualità del servitio non corrispondeva al suo nascimento, con altri simili concetti, che m'havevano veramente dato qualche ombra. Chi può esser servito da altri, è pazzo andar a servire; ma quando si mette al servitio d'alcuno, deve far buon cuore et lasciare l'albagie, perchè io tengo quel servitore più honorato, che meglio serve et che più incontra la sodisfattione del padrone, il quale ben devesi scieglier tale che possi e vogli ricompensare la buona servitù. Che sarà fine di queste, bacciandoli affettuosamente la mano.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





S. Ecc Cadore Camillo