Ma quale spirto pellegrino il primoFece di gloria sì pregiati accquisti?
Tu, Galileo, sopra il terrestre limoIl sentier chiuso a noi primiero apristi;
Tu co i cristalli, che io ne' canti esprimo,
Di nuove stelle il ciel ricco scopristi;
Mentre altri al terreo suol, tu il core alzastiA merci eterne, e 'l mar del ciel solcasti(451).
Non ho tempo di dire più oltre a V. S., che è notte et voglio rendere il libro. Resti servita non nominarmi, et scusi la fretta. Mi conservi suo servitore, et mi comandi.
Di Roma, dalla Minerva, la vig.a di S.a Lucia.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maSer.re Devotiss.o
Fr. Luigi Maraffi.
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.reIl Sig.r Galileo Galilei, P.ron Oss.mo
Fiorenza(452).
S.to Sisto.
1154*.
CURZIO PICCHENA a GALILEO in Roma.
Firenze, 19 dicembre 1615.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXV, n.° 21. - Autografa la sottoscrizione.
Ill.re Sig.r mio Oss.mo
V. S. m'ha dato un contento grande con la sua lettera de' 12(453), dandomi nuova che le cose sue cominciavano a pigliare buona piega; et havendone io dato conto a loro Altezze, ne hanno havuto particolare gusto, e non si persuadevano altrimenti. Et io la prego a continuare di darmi ragguaglio di quello che di mano in mano ella farà, sperando io che gli avvisi saranno tali, che tutti i suoi amici haveranno cagione di rallegrarsene: e se di qua le occorre qualche altra cosa, accennimelo pure liberamente, perchè sì come ella sa che le AA. LL. sono pronte a favorire e protegere V. S., così ella sa ancora quanto io desideri di servirla.
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