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      Et che ciò sia il vero, si è osservato, il detto vento quanto più s'allontana dalla linea equinottiale, tanto più esser debile, e finalmente sotto i tropici et altri minori circoli dividersi in varie difformità; il che non per altro si deve credere avenire, se non perchè l'impeto dell'aere che resiste, e perciò in alcun modo va incontro al moto della terra, là si scorge più, ove parimente la terra fa maggiore impeto all'incontro di lui: hor la terra maggiore impeto fa ne' circoli maggiori che ne i minori, perciò che maggior spazio passa ne i circoli maggiori che ne i minori: perciò dunque non è maraviglia che sotto il circolo equinottiale si scorga tale vento uniforme et perpetuo, tanto più ove cessano gl'impedimenti d'isole, monti, scogli, valli, canali, promontorii et simili cose, le quali in altre parti fanno in varii modi spezzarsi et ragirarsi il detto vento, il quale, anco per fare altrove minori circoli, non ha tanta forza nè vigore. Sopra questa mia imaginatione desidero sapere ciò che ne sente V. S.
      Ma se per caso si havesse più tosto da dire in questa opinione, che non la terra sola si muova particolarmente del moto nictimerino, ch'ella fa in sè stessa raccogliendosi in 24 hore et caggionando la nocte et il giorno, ma si muove con l'aggregato de tutti quattro gl'elementi, all'hora sarebbono molti dubii da sciogliersi.
      Primieramente, io dubito che non bisogna concedere la sfera del fuoco: perciochè non mi pare troppo ragionevole che questa sfera habbia nè il moto nictimerino nè anco l'annuo; per ciò che, tanto con l'uno quanto con l'altro, in poco tempo bisognarebbe che passasse tanto immensi spazii che apena l'imaginazione li può capire, et essendo il fuoco corpo tanto tenue et dissipabile, sarebbe impossibile, per la sua rarità e poca resistenza, mantenersi nella sua consistenza sferica, conpenetrare tanto aere, corpo tanto più denso et sodo del fuoco quanto è l'acqua dell'aere e la terra dell'aqua: oltre che sarebbe un grande e sovercio confarcinamento il porre una congerie tanto grande di terra, aqua, aere et fuoco, conglobati l'uno sopra l'altro, andar ravvolgendosi et caminando oltre per l'aura etherea senza punto di disconciamento, e così fare un moto velocissimo di molte migliaia di migliaia l'hora, senza punto variare nè disturbare loro siti nè le loro simmetrie, ove sono per lo più tenuissimi.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687