Ma spero che il tempo non mi sarà abbreviato, se bene mi arrivano qui alcuni motti, li quali potrei ricever per comandamenti della partita, se il non ne veder vestigio alcuno nelle lettere di V. S. Ill.ma non mi togliesse simil timore. Però la supplico, per quanto può meritare la mia devotissima e reverentissima servitù verso di lei, che ella mi assicuri in questo dubbio, perchè io desidero e spero di poter partir di qua non solo con la redintegrazione pari della mia reputazione, ma con triplicato agumento, e con haver condotta a fine un'impresa di non piccol momento, maneggiata da molti mesi in qua da personaggi supremi di dottrina e di autorità. Ma e di questo e di molti altri particolari conviene che io mi riserbi a bocca. Intanto mi scusi se, assicurato dall'ultima sua cortesissima, sono stato troppo prolisso, e ricevalo per certo segno della intera confidenza che ho nella sua benignità e protezzione, e con occasione inchini humilmente in mio nome loro A. ze Ser.me, e saluti la S.ra sposa, sua dilettissima figliuola(470).
Il S. Annibale(471) si trova in letto, con una mano un poco sinistrata per una caduta, ma l'impedimento sarà breve: in tanto non potendo scrivere, gli fa humilissima reverenza; et io, restandogli servitore devotissimo e desiderosissimo de' suoi comandamenti, gli bacio le mani, e gli prego da Dio somma felicità.
Di Roma, li 8 di Gen.o 1616.
Di V. S. Ill.maDev.mo et Obblig.mo Ser.re
Galileo Galilei.
1165*.
ONOFRIO CASTELLI a ASDRUBALE BARBOLANI DI MONTAUTO [in Venezia].
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