Per questo io stimo superfluo di raccomandarlo di nuovo a V. S. Ill.ma; ma voglio bene che ella sappia che io sentirò particolar gusto che da lei gli venghino facilitate le strade da spedirsi di costà più presto et con maggior sodisfazzione sua che sia possibile. Et di cuore le bacio la mano, etc.
1177.
GALILEO a [CURZIO PICCHENA in Firenze].
Roma, 13 febbraio 1616.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. IV, car. 64. - Autografa.
Ill.mo Sig.re e Pad.ne Col.mo
La cortesissima lettera di V. S. Ill.ma delli 6 stante mi è stata di tanto maggior consolazione, quanto per li 2 ordinarii precedenti non ne havevo ricevute altre; però la supplico di un verso solo in ciascuno ordinario, che tanto mi basterà.
Scrissi per l'ultima mia(487), come per quello che aspettava alla persona mia ero stato reso certo che tutti i superiori erono restati sinceratissimi esser senza un minimo neo, come, all'incontro, de i miei persecutori si era fatta palese la malignità e impietà; e di questo ne è stato principalissima cagione la cortesia del S. G. D., senza che forse S. A. ne sappia la maniera. Ma il tutto mi riserbo a bocca, havendo da fargli sentire istorie inopinabili, fabbricate da tre fabri potentissimi, ignoranza, invidia et impietà. E benchè i miei nimici si vegghino del tutto finiti et esterminati nel potere offender me, tuttavia non cessano di procurar, con ogni sorte di machine e stratagemmi iniqui, di sfogarsi almeno sopra l'opere di altri, che mai non hebber riguardo alla loro ignoranza nè pensorno al fatto loro, cercando non solo di oscurar la fama di quelli, ma di annichilar(488) l'opere e gli studii loro, sì nobili e utili al mondo.
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S. Ill Firenze Sig Pad S. Ill
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