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      Prima dissi, e dico, che non credo che il corpo lunare sia composto di terra e di acqua; onde mancandovi queste due materie, di necessità conviene che vi manchino tutte le altre che senza questi elementi non possono essere nè sussistere. Di più aggiunsi, che quando bene alcuno, benchè molto improbabilmente, volesse dire, la materia del globo lunare essere come la terrestre, non però vi poteva essere niuna delle cose che in terra si producono. Imperocchè alla produzione delle piante e degli animali che in terra si generano, non(508) solamente vi concorre la materia della terra e dell'acqua, ma il sole ancora, come ministro massimo della natura, il quale colle sue vicissitudini delle diverse stagioni, calde, fredde e temperate, e più colle alternazioni degli spazi vicendevoli de' giorni e delle notti, efficacemente concorre alla produzione delle cose terrene. Ma tali vicissitudini, dependenti dall'illuminazion del sole, sono diversissime nella luna(509): poichè, dove alla terra il sole, per far le diversità delle stagioni, si alza ed abbassa più di 47 gradi(510), passando dall'uno all'altro tropico, nella luna tal variazione è cinque gradi solamente di qua e di là dall'ecclittica; e dove in terra il sole ogni 24 ore l'illumina tutta, nella luna l'illuminazione totale si fa in un mese, toccando a ciascuna parte della superficie lunare ad esser ferita dal sole per 15 giorni continui, e poi per altrettanto tempo restare in tenebre e nella privazione de' raggi solari. Onde, siccome appresso di noi quando le nostre piante e i nostri animali dovessero esser percossi dal sole ardentissimo ogni mese per giorni quindici continui, cioè per 360 ore, e poi per altrettanto tempo restar nell'orrore e nella freddezza della notte, in modo alcuno non potrebbono conservarsi, e molto meno prodursi e generarsi; così per necessaria conseguenza si conclude, nessuna delle cose che tra noi, cioè in terra, si ritrovano, poter prodursi e ritrovarsi nel globo lunare.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687