E questo, come bene può avere a memoria Vostra Eccellenza, fu quel tanto che in quel giorno fu detto, senza che s'entrasse in altro discorso filosofico, nè che nella detta materia fosser dette altre parole. E con ogni umiltà le bacio le mani, e dal Signore Dio le prego il colmo di felicità.
Roma, 28 Febbraio 1616.
1185.
PIERO GUICCIARDINI a [COSIMO II, Granduca di Toscana, in Firenze].
[Roma], 4 marzo 1616.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. II, car. 3-4. - Originale. In capo al foglio si legge, della stessa mano di segretario: "Inserto de' 4 di Marzo 1616".
Il Galileo ha fatto più capitale della sua opinione che di quella de' suoi amici: et il Sig.or Card.le dal Monte et io, in quel poco che ho potuto, et più Cardinali del S.to Offizio l'havevano persuaso a quietarsi, et non stuzzicare questo negozio; ma se voleva tenere questa openione, tenerla quietamente, senza far tanto sforzo di disporre e tirar gl'altri a tener l'istesso, dubitando ciascuno che la sua venuta qua gli fusse pregiudiziale et dannosa, et che non fusse venuto altrimenti a purgarsi et a trionfare de' suoi emuli, ma a ricevere un fregio. Egli, parendoli che per questo altri fusse freddo nella sua intenzione et ne' suoi desiderii, doppo havere informati et stracchi molti Cardinali, si gettò al favore del Cardinale Orsino, et per questo procurò cavare una lettera molto calda di V. A. S. per esso(511); il quale mercoledì(512) in Concistoro, non so come consideratamente et prudentemente, parlò al Papa(513) in raccomandazione di detto Galileo.
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