Io son continuamente favorito dall'Ill.mo et Ecc.mo S. Principe di S. Angelo(527), figliuolo del Duca d'Acquasparta e devotissimo servitore delle nostre AA.ze Ser.me, come quello che è benissimo consapevole di quanto la sua casa è obbligata alla casa Medici, con la quale grandemente desidera di strigner più la sua servitù; di che gli darebbe buona occasione l'imparentarsi con la casa dell'Ill.mo S. Marchese Salviati(528), come si va trattando. Se una santità di vita, una mente angelica et una indicibile soavità di maniere nobilissime meritano di esser messe in qualche conto con la nobiltà del sangue e con le ricchezze, questo Signore ne è grandissimamente adornato; et io lo so per lunga et intrinsechissima pratica, et ho voluto che V. S. lo sappia anco da me, perchè non si essendo per concludere il negozio senza la satisfazione di loro AA. S.me, in occasione che si presentasse a V. S. Ill.ma campo di favorir questo Signore, ella sappia che impiegherà l'opera sua per un suggetto da far viver felice quella con chi si accompagnerà. So che la bassezza della mia condizione dovrebbe ritenermi dal por bocca in questi negozii; ma se la benignità di questo Signore fa stima di me sopra il merito, io non potrei renunziare senza nota di scortesia alla confidenza che ha meco: però V. S. scusi me, e gradisca l'affetto col quale vorrei servire i miei padroni. E qui ricordandomegli servitore devotissimo, gli bacio reverentemente le mani, e gli prego dal Signore Dio somma felicità.
Di Roma, li 12 di Marzo 1616.
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