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1209.
FEDERICO CESI a [GALILEO in Firenze].
Roma, 25 giugno 1616.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 7. - Autografa.
Molt'Ill.re Sig.r mio Oss.mo
Hebbi grandissima allegrezza del suo felice arrivo, e mi dole sentir che, dopo, la mutazion del'aere le habbia nociuto: spero bene che si rinfrancarà col'haversi buona cura, al che la prego quanto posso.
Non è maraviglia che i maligni e invidi di V. S. seguitino al loro solito; poichè sicome il mutar conditione, o per dir meglio natura, gl'è totalmente impossibile, così, durante questa, l'acquietarsi è ad essi difficilissimo. Lasciamoli abbaiar in vano, e glie ne venga la dovuta pena e mortificatione di tanta rabbia che mostrano.
Ho trattato col S.r Butio(568), e cercarà d'intendere. L'alligata che V. S. nella seconda delle sue gratissime dice mandarmi, non è comparsa.
Il negotio di Spagna(569), ho gusto grande che s'incamini con speranza di buon compimento. Io sto involto nelli negotii come V. S. mi lasciò, quali pare che s'avvicinino a buona conclusione(570): quest'altro ordinario forse haverò qualche cosa da poterle avisare.
La scrittura rihavuta dal S.r Buzio, io la diedi al S.r Stelluti, che la portasse a V. S.: la cerchi che non sia smarrita, et io in tanto ne scrivo a lui (che è già partito per Fabriano) per intendere. E con questo di tutto core a V. S. bacio le mani, desiderosissimo mi commandi sempre.
Di Roma, li 25 di Giugno 1616.
Di V. S. molt'Ill.reAff.mo per ser.la sempre
F. Cesi Linc.o P.
1210.
ALESSANDRO ORSINI a GALILEO in Firenze.
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