Il Bellini(587) mi scrisse, già molte settimane, alcune lettere per eccitarmi a riceverlo al mio servitio; ma perchè io non voglio, come altre volte li scrissi, intricarmi in putane convertite, non gli ho dato altra risposta. Mi sarebbe caro haver una persona di buona volontà, simile apunto al Germini, di mediocre vivacità, et che mettesse spirito et s'interessasse, per dir così, nelle cose mie. La fatica corporale deve essere pochissima, l'assiduità molta, sicome ancora la diligenza et la cura delle cose mie. Se la mia buona fortuna le facesse capitare alcun soggetto stimato da lei a mio proposito, mi farà gratia darmene aviso. Quanto al carattere, se non havesse quello del Bellini, mi basterebbe anco quello del Germini.
Per gratia di Dio mi trovo in assai buona sanità; tuttavia, essendomi passata in tutto la voglia de' cibi et vini gustosi forastieri, havendone qui di soverchio di paesani, che per timore sono anch'essi abbandonati da me, non occorre in nessun modo che V. S. Ecc.ma si prendi cura di mandarmene: et veramente è stata inspiratione divina lo scropulo di coscienza che ha havuto(588), di non inviarmi alcuna cosa senza mio aviso; onde le confermo lo stesso scropulo, con aggionta di un monitorio sub poena escommunicationis maioris latae sententiae.
Ho fatto le sue raccomandationi, le quali sono rese a lei centuplicate. Et io le baccio la mano.
In V.a, a 16 Luglio 1616.
Di V. S. Ecc.maS.r Galilei.
Tutto suoG. F. Sag. in fretta.
Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re Sig.r Oss.mo
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