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      Me ne chiarirò nondimeno, se bene alla prova della moltiplicatione e dell'avicinamento, ch'ella nel suo Messaggiero Sidereo insegna, non arriva.
      Io sono, Ec.mo S.re, hoggimai nell'età di cinquanta e quattro anni; e se molto ella indugia a farne grazia al mondo, io lascierò con questa brama la vista o la vita. Scusi, per vita sua, questa mia non so se virtuosa o impronta curiosità, poichè pure qualche apparenza ritiene di essere sul fondamento della virtù appoggiata. E non isdegni intanto l'affetto col quale faccio di lei mentione in certo mio prencipiato poema, in luogo dove un angelo custode racconta il passaggio che fanno le preghiere de' fedeli di Christo contra Aureliano imperatore, alzandosi al trono di Dio nel cielo empireo; e nel farle da cielo a cielo ascendere, scuopre le maraviglie che nella luna, nel sole o intorno al sole, in Venere, intorno a Giove et in Saturno, ha V. S. nuovamente trovate; e di Saturno si dice:
     
      Ma son già dove il più sublime e tardoLume errante là su, non ben riluce,
      E sembra, a cui v'alza ed affisa 'l guardo,
      Sparger ne' raggi suoi pallida luce,
      Ch'il funesto di lui nero stendardoSegue, ch'il prende horrida schiera in duce;
      E tra voi grido è ch'egli fa per tuttoLa Fame errar, la Pestilenza, il Lutto.
      Meraviglia dirò: s'è finto in terraTriforme Gerïon, Saturno è 'n cielo,
      C'hor tre lucidi globi unisce, ed erra,
      Hor solo ruota, e fassi a gli altri velo.
      Ma di tanto saper vaneggia et erraAltri, e ciò sol per grazia a te rivelo,
      Finchè LINCEO mirar verrà, che scopra


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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