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      Quelle, ch'ignote son, forme là sopra.
      Tu, GALILEO, là 've fondò primieroGeneroso Troian l'eccelse mura
      Del Medoaco in su la riva, alteroSaprai con l'arti tue vincer Natura;
      Di contemplar negli ampi cieli il veroFia ch'a te solo il mio Signor dia cura,
      E penetrar co' tuoi christalli ogni ombra,
      Ch'a sì lontani oggetti il guardo adombra.
     
      E perchè il faticare in virtuose occorrenze i pari suoi anzi è lodevole che no, giachè si essercita la virtù e si giova al mondo, non voglio restarmi dal pregarla con tutto l'animo di nuovo favore, che sarà: se questa mia patria ha lo Scorpione in horoscopo, secondo la commune degli astrologi antichi e moderni, e ho possuto vedere fino al modernissimo Errico Ranzovio, o se ci fosse alcuno ch'altro ascendente le assegnasse; e se giudica V. S. più sicuro partito l'attennersi alla comune, che ad alcuno (se ci fosse) di parere diverso. Potrebbe ciò parere altrui materia difficile, ma non può dubitarsi che sia facilissima a lei, il cui parere servirà a me per quasi decisione di Ruota: così stimola io nell'opre sue. Et in ricambio di quanto mi giova dalla benignità sua sperare intorno a queste mie motive, non posso altro promettere che obligation singolare e continovata divotione, accompagnata con desiderio incredibile di poter servirla in cose di suo pieno gusto et essere da lei honorato che me lo comandasse, come di vero cuore ne la supplico. E col pregarle felicità et, a servigio della republica de' virtuosi, lunghi anni, le faccio riverenza.
     
      Di Rimino, questo dì 13 di Settembre 1616.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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