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      Con che ricordandomeli obligatissimo et desiderosissimo di servirla, bacio a V. S. le mani, pregandole da N. S.r Iddio ogni contentezza.
     
      Di Roma, li 8 8.bre 1616.
      Di V. S. molto Ill.reAff.mo per ser.la sempre
      F. Cesi Linc.o P.
     
     
     
      1229*.
     
      ORSO D'ELCI a CURZIO PICCHENA [in Firenze].
      [Madrid], 13 ottobre 1616.
     
      Arch. di Stato in Firenze. Filza Medicea 4945. - Autografa la firma.
     
      .... Al Sig.r Galilei già ho scritto d'haver parlato col Sig.r Conte di Lemmos della sua invenzione; e siamo restati ch'egli scriva due lettere, una al Sig.r Duca di Lerma, e l'altra al Conte medesimo, offerendosi di venir qua a proporla e dimostrarla e dar tutti quegli ordini che saranno necessarii per usarla....
     
     
     
      1230*.
     
      GIOVANFRANCESCO SAGREDO a GALILEO in Firenze.
      Venezia, 15 ottobre 1616.
     
      Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXVIII, n.° 60. - Autografa.
     
      Molto Ill.re S.r Ecc.mo
     
      Dal corriero ho ricevuto i cagnolini(626), con la scatola, tutto ben condittionato. Io rendo infinite gratie a V. S. Ecc.ma non solo a nome mio, ma ancora a nome di chi fu cagione che glieli ricchiesi, restandole l'uno et l'altro di noi obligatissimi. Si procurerà custodirli et conservare non tanto i loro individui, quanto ancora di propagar la spetie.
      Mi duole non haver alcuna gentilezza della qualità che ella desidera, et che sia degna della persona alla quale haveva pensiero di darla, poichè quanto di raro io mi ritrovo è impossibile che egli non ne habbia.
      Di quell'amico suo mi occorre aggiongere che potrebbe per aventura esser aperta la via che quel gentil'huomo si valesse di lui; il che m'imagino che facilmente potesse seguire, se dal suo canto non saranno promosse, come si dice haver fatto altre volte, nuove difficoltà. Io però parlo per publica voce et fama, et non perchè quel gentil'huomo communichi meco alcuno de' suoi negotii, de' quali manco io sono punto curioso, bastandomi che le cose sue passino bene, senza che mi siano communicate.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XII. Carteggio 1614-1619
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 687

   





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