Sto aspettando con desiderio il suo Discorso circa il flusso et riflusso del mare(627), per imparare qualche cosa in questo proposito, nel quale confesso non saper nulla. Non mancarò di pensarvi sopra, ma può ella comprender qual debba essere il frutto delle mie speculationi. Et per fine le baccio affettuosamente la mano.
In V.a, a 15 Ott.e 1616.
Di V. S. Ecc.maEcc.mo S.r Galilei.
Tutto suoG. F. Sag.
Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re S.re Ecc.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
1231.
TOMMASO CAMPANELLA a GALILEO in Firenze.
Napoli, 3 novembre 1616.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 50. - Autografa.
Io ho mandato a Roma et a V. S. una questione(628), dove si prova theologicamente ch'il modo di filosofare da lei tenuto è più conforme a la Divina Scrittura che non lo contrario, o al meno assai più che non l'Aristotelico; e questo, per via del'Ill.mo Gaetano(629): e non ho hauto risposta di V. S., come li piacesse. Hora m'è capitato in mano un discorso di un Ravennate, contrario al filosofar suo e di Copernico(630), et haverei risposto se V. S. si fosse degnata significarmi c'habbia hauto a caro la questione mia, e se li argomenti theologici non fossero stati da me sciolti, et li mathematici da Plutharco e Copernico et altri: et credo ch'a V. S. pareranno assai fragili et imbecilli, e furo anche sciolti nel primo libro de le questioni mie contra li settarii di tutte nationi(631).
Hora io son forzato da un amico a scriver a V. S. Costui è Fra Pietro di Nocera, huomo di sagace giuditio, c'ha fatto un mirabil vascello, ressistente ad ogni vento et artiglieria; e vorrebbe, poi che qua s'è fatta prova, dar la sua fatica al Serenis.mo G. Duca, per mille rispetti che lui scriverà, et anche la forma e l'uso.
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