Di Venetia, a 12 Nov.re 1616.
Di V. S. molto molto Ill.reTutto suo
G. F. Sag.
Fuori: Al molto Ill.re S.r Ecc.moIl S.r Galileo Galilei.
Firenze.
1233.
GALILEO a PIETRO DI CASTRO, Conte di Lemos, [in Madrid].
Firenze, 13 novembre 1616.
Dal Tomo III, pag.137, dell'edizione citata nell'informazione premessa al n.° 1201.
Di Firenze, 13 Novembre 1616.
Il desiderio di presentare a Sua M. Cattolica il mio trovato circa il modo di prendere in ogni tempo e luogo la longitudine, fu ravvivato in me dal Sig. Rettore di Villa Ermosa(635), mentre mi dette speranza che tal negozio potesse essere intrapreso e favorito da V. Ecc.: e reputai a mia grandissima ventura che egli avesse a cadere in mano di persona di tanta intelligenza, cortesia ed autoritą, senza le quali condizioni io averei diffidato l'esecuzione del mio disegno. Di questo, oltre a quanto ne passai in voce e per lettere con detto Sig. Rettore(636), ne scrissi anco a V. Ecc., e consegnai le lettere a Monsig. Reverendiss. Vescovo Bonsi(637), che fu favorito di passaggio sino a Marsilia dalle galere sopra le quali V. Ecc. ultimamente passņ in Spagna. Ora, poichč sento che il Sig. Rettore non č appresso V. Ecc., nč son sicuro del recapito delle altre mie lettere, torno con questa a far nuova oblazione della mia invenzione a Sua Maestą per mezzo di V. Ecc., e ne scrivo anco all'Illustriss. ed Eccellentiss. Sig. Duca di Lerma(638), con speranza che siccome non poteva far capo a SS. di maggiore autoritą, prudenza ed umanitą, cosģ il negozio abbia a sortire l'esito desiderato.
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