Fir. Mss. Gal., P. VI, T. X, car. 17. - Autografa.
Molto Ill.re et Ec.mo S.re P.rone Oss.mo
Con l'ordinario di Roma ricevei giovedì prossimo scorso la lettera di V. S. Ec.ma delli 12 del passato, e doveva capitarmi per via di Bologna; onde mi faccio a credere che sia stata portata inanzi, e poi rimessa. Tardi o per tempo, non poteva essermi che gratissima per ogni rispetto, ma particolarmente perchè mi ha levata la dubietà che mi dava pensiero intorno all'occoltatione di Marte(656): e mi vengo accorgendo essere verissimo quello che disse il Padre Clavio intorno al senso del Copernico, di emendare i periodi de' pianeti, ut mirum sane sit, Deum optimum maximum planetarum motus tantis difficultatibus obstruere voluisse, ut nemo hominum eos perfecte assequi possit etc; poichè dopo tanti secoli si è compiacciuta la Divina Maestà di scoprire, col mezo di V. S., tante e sì fatte maraviglie nella luna, nel sole e ne' pianeti, ch'io, per me, non so qual pensiero humano avisi di più oltre avanzarsi, e troppo si restano mal sicure le dimostrationi di Tolomeo e tanti altri assiomi. Il sistema del Copernico, oltre alla difficilezza del capersi, non si approva da più alta scienza, et il Padre Foscarini(657) viene, in quella sua lettera al suo Generale sopra questo e l'altro de' Pittagorici, espressamente mortificato. Ma ciò che sia che l'adoperi, non veggo più dimostrativa cagione per difendere e salvare e la passata fuga di Marte e l'altre apparenze, su le quali si sono formati più circoli che non seppero mai formare Malagigi et Ismeno.
| |
Ill Oss Roma Bologna Marte Padre Clavio Copernico Deum Divina Maestà Tolomeo Copernico Padre Foscarini Generale Pittagorici Marte Malagigi Ismeno
|